Battezzati 'Clu', 'Picalm' e 'Cr1' potrebbero aprire la strada a nuove cure per la malattia. Sono importanti perche' insieme al gia' noto APOE4 mettono in evidenza i meccanismi che innescano l'Alzheimer, di cui soffrono ad oggi 26 milioni di persone nel mondo ma che nel 2050 avranno raggiunto quota 100 milioni. Il risultato, annunciato sulla rivista Nature Genetics, si deve a un gruppo di ricerca guidato da Julie Williams professore di Genetica neuropsicologica dell'universita' di Cardiff, nel Regno Unito e da Philippe Amouyel dell'Istituto Pasteur di Lille in Francia. L'importanza della scoperta e' data dal limite delle attuali cure che finora riuscivano solo a rallentare lo sviluppo della demenza. La ricerca britannica si e' basata sulla completa mappatura genetica di 16.000 volontari in otto Paesi europei, grazie ai quali sono stati identificati la Clu e Picalm. L'equipe francese ha studiato oltre 6.000 persone affette da Alzheimer e circa 9.000 in buona salute in Francia, Belgio, Finlandia, Italia e Spagna e ha identificato di nuovo la Clu e la terza variante CR1. Prima di questo studio, solo altri quattro geni erano stati associati all'Alzheimer. 'Clu' produce clusterina che ha un'azione protettiva sul cervello e spiega il 10% dei casi di Alzheimer. Mutamenti che riguardano questo gene, secondo i ricercatori, potrebbero annullare l'effetto protettivo e contribuire allo sviluppo dell'Alzheimer. 'Picalm', responsabile del 9% dei casi, agisce nelle sinapsi (le connessioni fra le cellule del cervello) ed e' coinvolto nel trasporto delle molecole nelle cellule nervose contribuendo alla formazione della memoria e di alti funzioni cerebrali. Cr1 e' attivo nel 4% dei casi mentre il 20-25% e' riconducibile alla gia' Nota Apoe4 scoperta oltre 15 anni fa.